2.5
Urbanizzazione
In soli 200 anni, la popolazione urbana è cresciuta dal 2% fino a quasi il 50% di tutte le persone. L’esempio più lampante di urbanizzazione del mondo sono le megalopoli di 10 milioni e più di persone. Nel 1975 esistevano solo quattro megalopoli, nel 2000 erano 18. E nel 2015 ne contavamo 22. La crescita delle aree urbane deriva sia dall’incremento della migrazione verso le città che dalla fertilità delle popolazioni urbane. Gran parte della migrazione verso le città è stata guidata dall’attrazione delle popolazioni rurali verso i vantaggi che le aree urbane hanno da offrire. I vantaggi urbani includono maggiori opportunità di ricevere educazione, assistenza sanitaria e servizi così come gli intrattenimenti. I poveri delle aree urbane hanno meno opportunità di educazione rispetto ai meno poveri delle stesse aree, ma comunque maggiori possibilità di coloro che vivono in zone rurali. I tassi di fertilità urbana, sempre inferiori rispetto a quelli delle zone rurali in ogni regione del mondo, contribuiscono alla crescita delle aree urbane. All’interno delle aree urbane, le donne che migrano dalle campagne verso le città hanno più figli di quelle nate nelle aree urbane. Sicuramente, i migranti dalle campagne verso le città non sono una selezione casuale della popolazione rurale; loro sono verosimilmente più propensi ad avere meno figli rispetto alla condizione rurale. Così la differenza tra fertilità dei migranti urbani e le donne rurali probabilmente amplifica l’impatto della migrazione urbana sulla fertilità. L’ambiente urbano è un importante fattore per determinare la qualità della vita nelle aree urbane e l’impatto dell’area urbana sull’ambiente esterno. Alcuni dei problemi urbani ambientali includono mancanza d’acqua e di sanità, mancanza di smaltimento dei rifiuti e inquinamento industriale. Sfortunatamente, ridurre i problemi e migliorare i loro effetti sulla popolazione urbana è costoso. Le conseguenze sulla salute di questi problemi ambientali includono le infezioni respiratorie e altre malattie infettive e parassitarie. I costi capitali per costruire infrastrutture ambientali migliori, per esempio, investimenti nel sistema di trasporto pubblico più pulito come le metropolitane, e per costruire altri ospedali e cliniche, sono molto più alti nelle città, dove i salari superano quelli delle zone rurali. E i prezzi delle terre urbane sono molto più alti a causa della competizione per lo spazio. Ma non solo le aree urbane hanno questo tipo ti condizione ambientale o problemi sanitari. Alcune ricerche evidenziano come gli indicatori di problemi salutari, come il tasso di mortalità infantile, siano più alti nelle città che stanno crescendo rapidamente che quelle in cui la crescita è più lenta.
28: Inquinamento del suolo in Europa (https://www.slideshare.net/KakaliRoy2/soil-pollution-64065819) Lado et al. (2008) mostrano i risultati della modellazione della distribuzione di otto metalli pesanti critici (arsenico, cadmio, cromo, rame, mercurio, nichel, piombo e zinco) nel terriccio usando 1588 campioni georeferenziati dal database del Forum Europeo dei Sondaggi Geologici e Geochimici (26 paesi europei). Alti livelli di cromo e/o nichel sono stati trovati in larga parte nella Grecia centrale, nel Nord Italia, nei Pirenei centrali, nella Scandinavia del sud, in Slovacchia e Croazia e mostrano una forte correlazione tra i contenuti di cromo e nichel e la magnitudo dei terremoti. L’attività sismica è indirettamente correlata con una pesante concentrazione di metalli pesanti – tali materiali procurano alte quantità di nichel e cromo al terreno attraverso i processi metereologici. Cadmio, Cu, Hg, Pb, Zn presentano un’alta concentrazione nell’Europa centrale e sono prevalentemente collegati con l’agricoltura e con le rocce calcaree del quaternario. L’uso dei fertilizzanti, concimi e prodotti agrochimici sono fonti importanti per questi elementi. Sono anche inversamenti collegati con la distanza dalle strade. (Lado et al., 2008). Sebbene ci siano 700 inquinanti che stanno emergendo descritti nell’ambiente europeo (NORMAN, 2014), fino ad ora, essi sono stati presi in considerazione nell’ambiente acquatico. La loro presenza e concentrazione nell’ecosistema terrestre sono sconosciute così come il potenziale rischio per l’ambiente. Il trasporto aereo degli inquinanti dalle fonti industriali e urbane è ancora più difficile da monitorare a causa della loro distribuzione e la pioggia radioattiva non è semplice da comprendere. Più di 3000 tipi di pestidici diversi sono stati usati nell’ambiente agricolo europeo negli ultimi 50 anni. È stato stimato che meno dello 0,1% dei pesticidi applicati per coltivare alla fine ha raggiunto l’obbiettivo previsto; il resto entra nell’ambiente, contaminando il terreno, l’acqua e l’aria, dove può avvelenare. I metalli pesanti contenuti nei terreni europei (Lado et al. 2008). 95 al contrario intaccano gli organismi non bersaglio (Pimentel and Levitan, 1986). Inoltre, molti pesticidi possono resistere per lunghi periodi in un ecosistema, insetticidi organoclurorati, paraquat, deiquat per esempio, dove sono ancora identificabili nelle acque in superficie 20 anni dopo che il loro uso è stato proibito (Larson et al., 1997). Alcuni studi sono stati portati avanti monitorando le miscele di pesticidi presenti nei nostri terreni. Oldal et al. (2006) e Ferencz e Balog (2010) hanno trovato alte concentrazioni di miscele di organoclorurati e lindano nei terreni addirittura 20 anni dopo che erano stati banditi dai Ungheria e Romania. Mentre la Commisione Europea ha a sua disposizione i dati riguardanti l’applicazione degli erbicidi in ogni paese, non esistono dati sull’attuale concentrazione di pesticidi sui suoli europei.