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L'impatto umano sul paesaggio

La modifica del paesaggio terrestre ad opera dell'uomo è vecchia quanto il genere umano stesso; si potrebbe dire che la storia umana è anche la storia dell'antropogeomorfologia. Il potenziale impatto umano sull'ambiente è determinato da due fattori: il progresso tecnologico e l'aumento della popolazione. Fino al primo Olocene (12.000 anni fa) l'uomo usava il legno, le ossa, attrezzi di selci scheggiate e conducevano principalmente una vita da cacciatori-raccoglitori. L'uomo cominciò anche a coltivare cereali, piselli e lenticchie, così come ad addomesticare alcuni animali selvatici. Come risultato dell'elevato incremento demografico e dei cambiamenti socioeconomici e tecnologici, il livello di cambiamento del paesaggio è aumentato.

Considerando le caratteristiche emergenti del paesaggio come fattori naturali che determinano direttamente l'intensità dei processi naturali e le differenti tipologie di utilizzo del paesaggio stesso, attualmente il paesaggio è principalmente modificato dallo sviluppo scientifico e tecnologico.

L'alterazione dell'ambiente naturale dovuta all'impatto umano ha portato ad un cambiamento del paesaggio esistente, quindi stiamo vivendo l'espansione di tipo di paesaggio tecnologico, l'accelerazione dell'erosione del suolo, gestione dei bacini fluviali, sfruttamento dei minerali, ecc. Questo tipo di azioni umane ha dato luogo a numerose risposte da parte della natura. Tuttavia, dobbiamo prevedere anche l'impatto dei cambiamenti geomorfologici. Pertanto ogni attività umana dovrebbe essere calibrata in accordo con una buona comprensione dei processi naturali, della loro dinamica e struttura, specialmente dei processi geomorfologici. Solo così possiamo essere consapevoli delle conseguenze che possono essere dovute al cambiamento delle condizioni esistenti.

I cambiamenti d'uso del suolo rappresentano una delle trasformazioni più significative della superficie terrestre e potrebbero costituire la causa principale del cambiamento ambientale globale. Attualmente in molte zone del mondo le attività umane sono le principali forze che danno forma ai cambiamenti d'uso del suolo. In particolare le aree del bacino del Mediterraneo stanno subendo profondi mutamenti dovuti all'attività umana. Il risultato è che solo il 4,7% della sua vegetazione primaria è rimasta inalterata. Di fatto, i terreni agricoli, le foreste sempreverdi e la macchia mediterranea, che oggi dominano il paesaggio del bacino del Mediterraneo, sono il risultato di interferenze antropiche avvenute nell'arco di millenni.

A questo proposito, vale la pena menzionare una tecnica particolare chiamata “taglia e brucia”, usata per concimare il terreno. Ampie aree forestali, sottobosco e prati dedicati al pascolo venivano incendiati, di modo che la materia organica mineralizzata potesse arricchire il terreno con elementi nutritivi utili per la coltivazione e la crescita delle piante. Ciò nonostante, era difficile controllare l'entità del fuoco, che solitamente superava il terreno del pascolo e distruggeva aree boschive più ampie. Il diffondersi di questa tecnica provocò la perdita di gran parte della macchia mediterranea e delle foreste originarie che un tempo ricoprivano montagne e colline nel centro e sud Italia.

Anche oggi, come in passato, tra le principali motivazioni alla base dell’attuale estensione degli incendi boschivi in Italia rientra l’uso del fuoco come strumento di eliminazione di residui colturali e stoppie, per la ripulitura di incolti o per stimolare il ricaccio di piante eduli, essenzialmente asparago selvatico e funghi di elevato valore commerciale. Anche il fuoco appiccato dal pastore, per garantire accresciute disponibilità di foraggio o indicativo di conflitti tra diversi soggetti, oltre a migliorare la qualità dei pascoli è il mezzo più economico per riaprire alle greggi, eliminando la vegetazione infestante, creare spazi e percorsi interrotti dal dinamismo della vegetazione degli agroecosistemi conseguenza dell’abbandono da parte dell’uomo.

Il rischio che i fuochi appiccati volontariamente a scopo silvo-pastorale o venatorio divengano roghi incontrollabili è molto elevato sopratuttto in condizioni di siccità e clima favorevoli, tanto che nel 2017 , anno nero per i boschi italiani, 25.071 ha di terreni e boschi sono stati percorsi dal fuoco nella sola Regione Sicilia. (Source: Legambiente data elaboration from European Commission Emergency Management Service Copernicus EMS updating at 26/07/2017).