1.2
Paesaggio ed ecosistema
In geografia il paesaggio è l’insieme delle forme sensibili del territorio che risultano dall’interazione di fattori naturali ( acqua, aria, rocce, fauna, flora…) e fattori antropici (coltivazioni, città , infrastrutture,..) le cui azioni ed effetti si intersecano generando un mosaico e una stratificazione di livelli che richiedono chiavi interpretative differenti. In particolare la geografia studia i paesaggi in base al loro aspetto geomorfologico dominante determinato anch’esso da fattori naturali che hanno modellato il paesaggio partendo dalla base geologica di partenza. Ogni paesaggio nasce dall’interazione dinamica tra natura litosferica del substrato, fattori climatici ed elementi biosferici che in tempi geologici agiscono determinando la facies paesaggistica. Fig. n.1 I fattori naturali e antropici del paesaggioFonte: Catellani L. , Landscape factors 2018
In questo caso si definisce paesaggio naturale un contesto in cui l’intervento umano non ha modificato le strutture ecosistemiche né la qualità e la quantità delle risorse naturali presenti. L’azione antropica si sviluppa così secondo gradienti che vanno da un’influenza a un vero e proprio impatto. I processi che hanno comportato un ‘impatto antropico sul paesaggio sono aumentati sia come estensione sia come intensità negli ultimi secoli portando ad un estrema frammentazione e degrado dei paesaggi naturali. Secondo il Comitato per il Patrimonio Mondiale il paesaggio è specifico di una determinata area geografica e risulta dalla combinazione di uomo e natura. Il paesaggio è un elemento importante della qualità di vita delle persone nelle aree urbane e nelle campagne, nelle aree degradate come nelle aree naturali più conservate. Fattori naturali e fattori antropici interagiscono mediante flussi continui di energia e materia che da un punto di vista ecologico possiamo definire come interazioni tra sorgenti e pozzi. L’immagine sottostante raffigura come materie prime ed energia siano inizialmente prelevati dalle sorgenti globali, per poi passare attraverso il sistema economico uomo-natura, e infine raggiungere i pozzi globali, sottoforma di inquinamento e rifiuti. L’atmosfera è, per esempio, nello stesso tempo sorgente di ossigeno e anidride carbonica , elementi essenziali per la vita, è i pozzi dove convergono i gas di scarto e il particolato atmosferico prodotto dalla combustione di fonti energetiche di origine fossile. L’attuale sistema economica sta esaurendo rapidamente la maggior parte delle risorse disponibili , superando la capacità di assorbimento dei pozzi e portando il sistema verso il limite massimo di sostenibilità. In questo modello le sorgenti sono rappresentate dalle riserve organiche ed inorganiche di suolo, acqua, aria, materie prime ed organismi viventi sostenuti dalla quota di energia solare raggiungendo la superficie terrestre alimenta il passaggio di energia (sotto forma per esempio di energia) e di materia ( per esempio la biomassa vegetale). I flussi di materia ed energia sono anche alla base del funzionamento degli ecosistemi e collegano componenti biotiche e abiotiche. La dimensione ecologica in cui sorgenti, pozzi e attività umane interagiscono è l’ecosistema naturale nel quale una determinata società vive e attiva cambiamenti degli equilibri e degli indicatori ecologici del sistema a breve e lungo termine. In un ecosistema elementi abiotici ed elementi biotici (= bios , vita) sono strettamente collegati attraverso i cicli biogeochimici della materia e il flusso di energia. Mentre l’energia si può disperdere in calore ed onde luminose la materia non si crea e non si distrugge, bensì si trasforma passando attraverso le relazioni trofiche dal substrato abiotico alla comunità biotica. I produttori primari, ovvero le piante, assorbono dal suolo potassio, fosforo, azoto in forma inorganico trasformandoli in complessi organici che a loro volta attraversano tutti I livelli trofici dell’ecosistema grazie alla catena alimentare fino a ritornare elementi minerali attraverso il processo di decomposizione di materia organica morta attuato dai microorganismi presenti nel suolo. La stessa zolla di fertile suolo di una foresta temperata costituisce un ecosistema naturale in cui l’elemento abiotico è rappresentato dagli elementi minerali e organici che compongono la tessitura e la struttura del suolo, mentre la parte biotica è costituita da miliardi di microorganismi e macroinvertebrati. Un cucchiaino di suolo fertile può contenere da 100 milioni ad un miliardo di batteri di almeno 10.000 specie diverse (Datasource http://eusoils.jrc.ec.europa.eu) che provvedono a fornire il servizio ecosistemico della decomposizione della materia organica e la conversione del carbonio dalla forma organica a quella inorganico nuovamente disponibile ai produttori primari. Diverse classi di organismi del suolo provvedono a triturare, sminuzzare e mineralizzare i rifiuti organici riportando carbonio, azoto, fosforo e acidi umici in forma inorganica, basti pensare che il lombrico può elaborare 1000 tonnellate di suolo secco in un anno, cioè 20/30 volte il suo peso in nuovo suolo fertile disponibile per la crescita delle piante. Anche i Funghi giocano un ruolo chiave nelle relazioni simbiontiche con le piante supportandole nello sviluppo di resistenze verso i parassiti e coadiuvando l’assorbimento di sostanze nutritive del suolo. I Funghi esistono in due differenti forme: unicellulari denominati lieviti (4-5 μm) o forme pluricellulari denominate “ifali” in cui possono crescere creando estese reti ramificate. Per esempio, i cosidetti “cerchi delle fate” che compaiono in prati e pascoli in estate ed autunno sono un buon esempio di individui fungini, il cui confine è indicato dall’anello di erba più scura. che segna il fronte micellare che avanza. Alcuni di questi individui possono crescere al ritmo di 1m/anno e possono formare strutture ad anello estese fino a 200 metri! Fig. 3,4 Rete di funghi ifali; cellule ifali al microscopio
Fonte: esdac.jrc.ec.europa.eu/themes/soil-biodiversity
Gli organismi decompositori a loro volta possono divenire prede di innumerevoli specie di micro e macrorganismi come protozoi, miriapodi, ragni etc. In sintesi la struttura di un ecosistema è costituita da produttori, consumatori di I, II e III grado interconnessi in modo profondo e imprescindibile dalla cosidetta rete alimentare. Fig. 5 Biodiversità del suolo in numeri
Fonte: esdac.jrc.ec.europa.eu/themes/soil-biodiversity
Come il terreno, anche l'ecosistema può essere minuscolo o gigantesco: può essere un piccolo stagno dove varie specie acquatiche creano habitat e nicchie ecologiche che ospitano altri animali o un lungo fiume che include diversi sotto-ecosistemi. Dal punto di vista ecologico il paesaggio è come un mosaico caratterizzato da connettività degli ecosistemi, dinamismo e soprattutto fragilità.